Fra poche ore, dopo il lungo e assordante silenzio, il Partito Democratico di Favara si sveglierà dal letargo nel quale era caduto da diversi anni, e, con una mail, celebrerà il proprio congresso di Circolo.
Niente dibattito, niente assemblee di base, niente di niente: il NULLA. I 44 (gatti in fila per quattro), cioè a dire gli iscritti nel 2019 (da allora non ci sono stati altri tesseramenti), i sopravvissuti della nave Andrea Doria – la nave naufragata tra la notte del 25 e 26 luglio del 1956 con 1706 persone a bordo – saranno chiamati, ripeto con una mail, ad eleggere i nuovi (?) organismi locali, così come avverrà in altri Comuni dello agrigentino.
Nulla importa se i simpatizzanti, i militanti che non hanno potuto rinnovare la tessera on-line non potranno parteciparvi: MEGLIO POCHI CHE …… in modo tale da non disturbare il manovratore!
Compagni di lunga e giovane militanza non ci saranno: mancherà l’esperienza degli anziani e l’entusiasmo dei giovani: in pratica, in questo congresso, non ci sarà la saggezza dei vecchi e la passione delle nuove generazioni. L’importante è che ci siano coloro i quali (con qualche eccezione) hanno affondato l’Andrea Doria.
Si tratta, sempre, di un evento storico, di una data da non dimenticare, di quelle che ti restano impresse nella mente e non si cancellano nemmeno se usi il “Dash”.
Ma chi saranno i congressisti? Interi nuclei familiari: padre, madre, figli e qualche nipote (così faranno numeri e voteranno per gli amici del capo clan), gli iscritti reclutati sul filo del rasoio e uno o due dirigenti, uno per corrente. Il tutto, però fa sempre 44.
Chi ha dato il sangue in tutti questi anni non ci sarà: non ci sarà nemmeno uno dei due consiglieri comunali eletti cinque anni fa, mentre ci saranno altri, provenienti da sponde molto lontane dal P. D., ed in corsa in altri partiti per un posto di assessore.
Una chicca: questo non è il congresso dei democratici di sinistra, ma dei carbonari (parliamo seriamente) nel senso che nessuno sa chi sono gli altri 43 iscritti. Gli elenchi, infatti, sono stati segretati! Che vergogna! Che democrazia! Che trasparenza!
Tutto ciò contrasta con la nuova linea di apertura di Zingaretti, con un Partito che oggi è al governo del Paese.
Ci sono tante responsabilità politiche regionali e provinciali nell’affossamenti di un Partito che una volta, quando rappresentava i lavoratori, faceva il tesseramento casa per casa, per le strade, per le piazze.
A proposito: che fine hanno fatto i tanti sindaci, amministratori, segretari di Circolo, dirigenti locai e provinciali? Come mai state zitti? Avete raggiunto un accordo con l’altra parte del P.D.?
Noi restiamo qui, non aspettiamo che passi il cadavere, ma lavoreremo perché questo schifo non ci sia mai più!