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Favara: igiene ambientale, quale servizio e con quale costo? Si può ridurlo?

A causa dell’eccessiva lunghezza dell’articolo abbiamo deciso di pubblicarlo in due parti.

Prima parte

La rivoluzione annunciata in campagna elettorale dall’attuale amministrazione si è infranta, purtroppo per i cittadini, alla prova dei fatti. La loro attività amministrativa, nei fatti, non ha nulla di rivoluzionario anzi è nella continuità assoluta.

In occasione che col primo febbraio c.a. il sito on line favaraweb avrebbe aperto con una nuova gestione avevamo pensato di presentare ai cittadini una “intervista” con l’Assessore all’Igiene Pubblica, nonché Vice Sindaco Lillo Attardo, per discutere sull’igiene pubblica di proroga, qualità, evasione, costo, differenziata e gestione dei rifiuti urbani, per cercare di fare chiarezza sulla materia, ma anche per il motivo che nel 2016 i primi sei mesi appartenevano alla precedente Amministrazione e i secondi invece all’Amministrazione in carica e capire cosa fosse eventualmente cambiato, migliorato o peggiorato.

Al momento di metterci d’accordo sul giorno e sull’orario in cui sederci per una chiacchierata, il Vice Sindaco ha fatto marcia indietro rifiutando l’incontro di un sereno confronto, adducendo la motivazione che favaraweb è un sito che scrive contro l’Amministrazione Comunale e per cui non rilascia intervista per questo sito.

Lasciamo perdere il giudizio su un sito appena nato con l’intento di dare una pluralità all’informazione, e che vuole essere autonomo, indipendente, pluralista, non di parte e senza censura per un libero confronto, per favaraweb l’unico giudizio che conta è quello dei lettori.

L’intervista serve appunto a dare la possibilità di spiegare ai cittadini il pensiero dell’intervistato e, qualora lo ritenesse utile, anche in contrapposizione ad eventuali domande non concordanti, appunto un libero confronto. Ma forse è chiedere troppo confrontarsi. Ma è preoccupante se questo rifiuto al confronto e al mettersi in discussione proviene da chi ha sbandierato ai quattro venti la trasparenza, il rapporto diretto coi cittadini e il palazzo di vetro.

Ma entriamo nel merito con la prima grossa problematica che è la proroga del servizio per 14 mesi, una proroga di circa otto milioni di euro che in vecchie lire sarebbero più di 15 miliardi. Una cifra immensa!

Un servizio di una cifra colossale, affidato senza gara e senza concorrenza alcuna, mai successo, nel panorama amministrativo, almeno degli ultimi 40 anni. Perché è stato fatto? non certo per risparmiare.

Magari diranno che non è vero, che di fatto la proroga è fino ad aprile 2017, ma questo è vero solo in parte perché c’è il trucco, in quanto nella delibera vi si legge che qualora, a quella data, non fosse pronto il servizio in house della spazzatura, la proroga si intende rinnovata fino a dicembre 2017.

In campagna elettorale hanno sbandierato il servizio in house, ma alzi la mano chi ritiene che questo programma possa essere realizzato. Solamente questa amministrazione fa finta di crederci, perché la sua dichiarazione di dissesto finanziario, ma non solo questo, ne rende impossibile la pratica attuazione.

Per la gestione in house oltre al personale, servono le attrezzature e principalmente i mezzi per una spesa, calcolata al ribasso, di circa due milioni di euro per auto compattatori, spazzoloni e mini spazzoloni e quant’altro.

Con un Comune in dissesto da dove si pensa di reperire tali somme?

Sulla qualità del servizio non credo servano tante parole, il servizio giudicarlo carente è un eufemismo, perché le strade di Favara sono sporche, sudicie, piene di cartacce e rifiuti di ogni genere, per non parlare delle erbacce ai bordi delle strade che la fanno da padrone.

Ma i cittadini devono anche sapere che il servizio, sostiene l’impresa, costa molto perché hanno personale in esubero.

Non entriamo nel merito sul perché c’è l’esubero, ciascuno sa capirlo da solo, ma se il personale è sovradimensionato le strade non dovrebbero essere più pulite? non dovremmo vedere tanti lavoratori nelle nostre strade che giornalmente spazzano? Qualcuno li vede? Ma se ci sono, perché le strade sono sporche? Mistero.

Intanto, a distanza di 8 mesi dall’insediamento, il servizio di igiene ambientale è peggiorato, con l’aggravante della proroga.

Sull’evasione che è al 60%, dichiarato anche dall’attuale Assessore alle finanze, siamo all’anno zero, cioè gli evasori continuano indisturbati a non pagare a danno di tutti i cittadini che diligentemente e regolarmente pagano, e non si riesce a conoscere una qualsiasi azione programmatica di intervento.

Ma è così difficile incrociare i dati delle bollette con gli stati di famiglia o incrociare chi ha ritirato il famoso cassonetto da 40 litri con chi non l’ha ritirato e le bollette? Oppure non c’è la volontà di farlo perché impopolare verso chi non paga? Ma non è impopolare verso chi paga, non ricercare gli evasori?

Incrociando i dati forse si scoprirebbero circa 8.000 utenti conosciuti ma evasori e forse anche circa 1.500 utenti sconosciuti all’ufficio tributi del nostro comune, ma altrettanto evasori.

Ma individuare gli evasori non è solo un problema di equità, ma è anche un problema di casse comunali. Gli evasori producono un buco annuale di circa 3 ,5 milioni di euro l’anno e siccome il servizio della spazzatura è a totale carico del cittadino, all’impresa vanno comunque pagati col risultato che il Comune deve trovare altre fonti per pagare il servizio che il 60% dell’utenza non paga, accumulando, mese dopo mese, debito, che per il periodo di otto mesi dell’attuale amministrazione equivale a circa 2 milioni di euro.

Anche qua niente di nuovo, la rivoluzione non è arrivata.

Passiamo alla differenziata e la prima notizia che si desidera sottolineare, per chiarirci tutti le idee, è quella che se il Comune di Favara non raggiunge la percentuale di differenziata prevista dalla Regione Siciliana saremo multati per il mancato raggiungimento dell’obbiettivo. Multa che ovviamente pagheranno i contribuenti favaresi.

Detto questo, la prima domanda che ci facciamo e che avremmo fatto all’Amministrazione è perché i cittadini devono fare la differenziata, se dopo più di due anni da quando è stata promessa una riduzione del 30% con l’avvento di questa, invece non solo non c’è stata la riduzione, ma addirittura è arrivato un aumento del18% circa? Il cittadino deve fare la differenziata solo per senso civico? il comune ne ha un ritorno economico dalla differenziata? Mentre intanto i cittadini aspettano che spiegate loro le ragioni misteriose dell’aumento di 1,2 milioni di euro del costo totale del servizio.

Faccio un esempio per cercare di capirci, ma anche per evitare le solite facili spiegazioni fuorvianti. Se il cittadino conferisce plastica, carta, vetro, alluminio barattoli e altro all’isola ecologica acquisisce un certo credito in euro, che lo sconta in bolletta, e se invece lo ritira l’impresa, il Comune e quindi il cittadino non ci guadagna nulla? Ma su questo ci torneremo dopo.

Il cittadino andrebbe invogliato con una campagna di sensibilizzazione d’accordo, ma serve anche che chi guida la cosa pubblica dia l’esempio, e non mi riferisco solo al fatto che negli uffici comunali non si fa la differenziata.

Mi riferisco a due fatti fondamentali: primo, ancora migliaia di cittadini non hanno ritirato e non ritirano il famoso cassonetto che sancirebbe l’iscrizione nell’albo. Perché il cittadino non viene obbligato a ritirarlo?

Il solito buontempone magari dirà che non si può farlo. Ma non è vero. Esiste un deliberato dell’Amministrazione che fa obbligo a tutti i cittadini, a decorrere da una certa data, di conferire la spazzatura e il differenziato nei modi e nei termini appunto stabiliti, chi non si attiene alle disposizioni amministrative e non rispetta le regole deve essere perseguito, mettendo in atto tutte le azioni previste dalle leggi affinché il cittadino rispetti le regole della convivenza civile. Educazione, controllo e imposizione.

Se non l’Amministrazione, chi deve far rispettare le norme di cui la comunità si dota?

Secondo motivo perché non si dà disposizione all’impresa di non ritirare la spazzatura se non depositata secondo i dettami previsti dalle deliberazioni attuali?

Perché l’impresa ritira l’indifferenziato assieme al differenziato, specie quando è molto evidente dalla trasparenza dei sacchetti?

I cittadini possiamo essere messi a conoscenza dell’indirizzo che l’Amministrazione ha dato all’impresa oppure questa fa di testa propria, secondo le proprie convenienze o utilità?

Risulta che alla data attuale sono stati ritirati meno della metà dei cassonetti a distanza di circa2 anni e mezzo dall’inizio della differenziata? Secondo la mia opinione tutti quelli che non espongono il cassonetto sono possibili evasori.

Se l’Amministrazione attiva non recupera i circa 3,5 milioni annui dall’evasione, anche col “bilancio riequilibrato” ci ritroveremo punto e a capo coi buchi enormi sulle casse comunali, ma questo deve assolutamente farlo chi ha voluto la bicicletta e che adesso dovrebbe pedalare.

Favara, 25 febbraio 2017

Carmelo Castronovo

La seconda parte sarà pubblicata lunedì mattina 27c.m.