Favara Politica

Favara: igiene ambientale quale servizio e con quale costo? Si può ridurlo?

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Seconda parte

Giorni fa la il l’Amministrazione si è dotata del “piano economico-finaziario tari 2016” cioè del piano dei costi, dei ricavi (?) e quindi dell’imposizione al cittadino.

COOPERATIVA SANTANNA

Premettiamo che il piano presentato, in Consiglio Comunale, su otto fogli dove, a parte il frontespizio, non sono fogli su carta intestata del Comune e presenta solo un timbro laterale e una firma da parte dell’ufficio Tecnico, e non sono nemmeno numerati.

Desidero però sottolineare, entrando nel merito, solo alcuni passaggi più importanti, testuali, in merito alla qualità del servizio, ai costi fissi e variabili e alla utenza domestica e non domestica.

“I costi variabili, invece, …..fanno riferimento essenzialmente a costi la cui entità varia sulla base del quantitativo di rifiuti conferiti al servizio  (………..costi di trattamento e riciclo al netto dei proventi derivanti dalla vendita di materiale ed energia)”.

Ora mi chiedo e chiedo, all’Amministrazione che ha rifiutato “l’intervista”, come sia possibile scrivere quanto sopra e poi nel piano non trovarne nessun riferimento sul quantitativo dei rifiuti conferiti? Infatti non trovo da nessuna parte scritta la quantità che abbiamo conferito nelle diverse discariche per cui siamo stati autorizzati e nemmeno il costo per unità di misura.

Ma se i costi variabili derivano anche dai costi di trattamento e riciclo al netto dei proventi della vendita del materiale (differenziato), come mai, sempre nel piano non si trova nessun accenno né alla quantità del differenziato e men che meno ai proventi (che sono quelli che dovrebbero far ridurre la bolletta per il cittadino, da un lato appunto dai proventi della differenziata e dall’altro dalla diminuita quantità totale conferita in discarica)?

Si trova ancora scritto nel piano, “i costi fissi e di quelli variabili devono essere suddivisi fra utenze domestiche e non domestiche………..”

Anche di questo nel piano non riesco a leggere nulla, si declama un sistema per poi non trovarne riscontro?

Ancora testuale dal piano “la corretta valutazione quantitativa e qualitativa dei costi deve necessariamente tener conto della qualità del servizio che si intende fornire alla comunità. ……..il Piano Finanziario, ……. Illustra le caratteristiche principali del servizio di gestione dei rifiuti e delle sue prospettive, in guisa da giustificare i costi in esso rappresentati.”

La valutazione quantitativa del costo del servizio può essere giudicato corrispondente alla qualità del servizio fornito al nostro territorio? Il nostro giudizio potrebbe essere giudicato di parte, ma se facessimo un sondaggio o come piace al M5s sottoponessimo a referendum il giudizio, credo che la qualità rispetto al costo risulterebbe perdente al 99% ma non solo per il costo esoso ma anche perché non è assolutamente adeguato ad un minimo standard di civiltà e di igiene.

La qualità del servizio giustifica i costi? Al lettore la risposta.

Vado ai numeri scritti in questo famoso “piano economico-finanziario tari 2016”

Tre giorni di raccolta rsu (rifiuti solidi urbani), c’è scritto che ci costano 1.494.362,75 euro, di norma si deve raccogliere il rifiuto dal totale delle utenze (circa 18.000).

Tre giorni di raccolta rd (rifiuto differenziato) ci costa anche questo 1.494.362,75. Da questo confronto constatiamo tutti, ma lo conferma il dato statistico dello stesso comune, la raccolta del differenziato è appunto ridotta al 16% cioè significherebbe che la raccolta riguarda solo 2900 utenze circa.

Ora qualcuno ritiene che raccogliere per 2.900 utenze possa costare quanto quello per 18.000 utenze?

Proporrei tre diverse soluzioni per evitare inutili sprechi.

Prima ma non prima proposta: perché non dotarci di tre contenitori di diverso colore (avviene in quasi tutte le città d’Italia) e quindi dedicare solo un giorno ai tre diversi generi di differenziato? Risparmio di uomini e mezzi calcolato teorico 30%;

seconda proposta considerato che il differenziato prodotto in una utenza è sempre molto ridotto e che non produce odori di nessun genere, la raccolta può essere bisettimale con un risparmio uguale alla prima;

terza soluzione è quella di abbinare le due proposte che insieme dovrebbe produrre un maggiore risparmio.

Per le utenze non domestiche, che nel piano esistono solo a parole, si potrebbe ovviamente studiare una turnazione diversa.

Un’altra domanda avrei voluto porre all’Assessore al ramo, perché nel mercato del giovedì che si svolge in piazza Cavour e in quello di Villa della Pace alla fine del mercato è tutto pulito e non necessità di ulteriore intervento dell’Iseda e invece nel mercato del venerdì il dopo mercato è una vergogna per come è ridotta tutta la zona dove si effettua il mercato, tanto che, come tutti sappiamo deve intervenire subito l’Iseda per rendere di nuovo pulita quella zona con un costo esoso per la collettività (lo spazzamento del dopo mercato è espressamente previsto sempre nel famoso piano).

Si è mai fatto un conteggio fra quanto il comune incassa, per occupazione di suolo pubblico, da parte dei mercatisti in regola (una esigua minoranza), e quanto ci costa l’intervento dell’impresa di pulizia, (previsto anche nel piano) per tutti i venerdì, per ripulire quella zona che parecchi abusivi sporcano?

Anche qui si potrebbe trovare un ulteriore risparmio.

Sul controllo del rispetto contrattuale il quale prevede un certo numero di cestini di un certo volume, un’altra quantità più piccoli, e ancora, riporto testuale, sempre dal famoso piano economico-finanziario

“servizio di spazzamento manuale: il servizio, è eseguito lungo le strade principali , con frequenza giornaliera.

Servizio di spazzamento meccanico: il servizio, è eseguito lungo le strade principali del comune con una frequenza giornaliera con l’ausilio di spazzatrici e mini spazzatrici, con i rispettivi motocarristi e operatori ecologici a supporto….” Per vedere realizzato tutto questo nelle nostre strade credo prima dovremmo rivolgerci a “chi l’ha visto?” e forse nemmeno loro riuscirebbero a trovarli.

Quanto sopra previsto dal capitolato viene rispettato?

Ultima domanda e chiudo, Favara paga ancora all’Iseda il ritiro della spazzatura, differenziata e non, per i circa 800 ex cittadini favaresi da un po’ di tempo diventati agrigentini?

Favara paga ancora lo spazzamento manuale e meccanico del territorio abitato da ex nostri concittadini diventato territorio di Agrigento?

Nella proroga è stato considerato ancora territorio del comune di Favara per cui i favaresi pagano il servizio e Agrigento incassa i tributi?

Sottrarre questo costo non è un’altra possibile riduzione per i favaresi?

Carmelo Castronovo

Favara, 27 febbraio 2017