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Acqua Vera Santa Rosalia” di Santo Stefano di Quisquina. Visto che è Santa può aiutare ad alleviare i disagi dei cittadini?

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Io capisco che siamo nella terra di Pirandello per antonomasia dove quasi mai gli avvenimenti trovano una logica spiegazione, ma voglio pensare che a tutto c’è o, meglio, dovrebbe esserci un limite.

Mi spiego: a causa della eccessiva scarsità di piogge la provincia di Agrigento, in particolare, si trova a vivere una drammatica situazione sia igienica che sociale, per non parlare di ordine pubblico. L’eccessiva penuria di acqua rende molto complicato il vivere civile in uno Stato che viene annoverato fra le prime sette potenze e in una provincia che l’anno prossimo assurgerà a città della cultura.

COOPERATIVA SANTANNA

Ma mi preme ricordare che non stiamo parlando di una provincia che sta soffrendo la penuria di acqua, sia potabile che per usi irrigui, da pochi anni. Stiamo parlando di una provincia che soffre la sete umana ed agricola da secoli. L’acqua H24 nella nostra provincia non so se è stato sempre un sogno o un miraggio mai realizzatosi. Nei tempi migliori dove la gente non si lamentava, ritenendolo un fatto normale, l’acqua nelle case veniva erogata per 2/3 ore ogni 3/4 giorni. Questi erano i tempi in cui la gente, ormai rassegnata, riteneva che questa fosse la normalità e la politica si girava dall’altra parte attenta al clientelismo e mai pensando al futuro di questa derelitta Sicilia (trent’anni per costruire la diga Naro) e men che meno della disastrata provincia di Agrigento che si contende sempre con Enna e Caltanissetta le ultime posizioni di qualsiasi graduatoria sociale, economica, servizi e rispetto di diritti.

Proprio in un periodo di poca attenzione pubblica e politica, ripeto in una provincia dove i cittadini ricevevano l’acqua per poche e ore e a turni periodici accettabili (sic!), le autorità pubbliche competenti decidevano di concedere in gestione l’acqua del bacino di Santo Stefano di Quisquina, che per definizione appartiene allo Stato, quindi “bene pubblico”, ad una multinazionale, poi venduta con il brand di “Acqua Vera Santa Rosalia”. E così, mentre i cittadini speravano che finalmente fosse arrivato il momento di ricevere l’acqua H24, questa veniva concessa a un privato. Allora non saremmo la terra di Pirandello.

Faccio un calcolo, a spanne ovviamente: mentre il Voltano (consorzio pubblico) eroga l’acqua ai propri utenti con un costo di 2 (due) euro al metro cubo, l’acqua “Vera”, nei supermercati e in tutti gli esercizi autorizzati, viene venduta a 200 (duecento) euro al metro cubo. Vi lascio immaginare gli utili su un bene che in teoria è di tutti e, soprattutto, in una provincia con una gravissima carenza idrica.

Ulteriore nota. Ai tempi dove l’acqua era gestita, appunto dal Voltano, Favara e un pezzo della provincia venivano fornite delle acque di Santo Stefano di Quisquina (quindi esistevano le condutture per essere immessa nell’acquedotto pubblico), oggi invece quel bene comune viene gestito privatamente.

Arrivo al punto. Per quelle che sono le mie conoscenze, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha dichiarato lo stato di emergenza per la mancanza di acqua, ripeto sia per usi civili che irrigui. Infatti sua eccellenza il Prefetto di Agrigento ha requisito il Voltano il quale non è un ente privato ma un ente che gestisce un servizio pubblico e che quindi non aggiunge nulla alla dotazione generale.

Mi chiedo e chiedo: perché non viene requisito, essendo in emergenza, il pozzo da dove attinge il privato? Che fa utili mentre la gente non si può nemmeno lavare? Assurdo vero? Parlando con qualche addetto ai lavori mi sono state date delle spiegazioni per nulla credibili quali “ma il nostro problema non è l’acqua ma la mancanza di autobotti per distribuirla”. Immagino che non vi sembra vero ma vi garantisco che è così!  Oppure ma il privato ha un regolare contratto invece il Voltano non è bene regolamentato. E altre spiegazioni a mio parere poco credibili.

Siccome l’acqua dei pozzi di Santa Rosalia è di notevole quantità, a mio parere si tratta di immetterla nella conduttura principale sgombrando il terreno dalla necessità di ricorrere alle autobotti. Ricordo a tutti e a me stesso che quando si trattò di Firenze si è allestita una conduttura di 200 km in tempi record e senza badare a spese, (noi non apparteniamo all’Italia di serie A?). Le emergenze si risolvono con le emergenze. Se il concessionario delle acque di Santo Stefano di Quisquina può accampare la pretesa di essere titolare di un legittimo contratto, al limite, gli si paghi il dovuto, ma quell’acqua che è di tutti deve essere distribuita a tutti.